Una mia intervista pubblicata oggi su GAY.IT

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Ultimi scampoli di campagna elettorale per i due candidati a sindaco della Capitale. Francesco Rutelli per il Partito Democratico sfida Gianni Alemanno per il Popolo della Libertà. Ma sull'esponente del centrodestra Anna Paola Concia, deputata PD  e portavoce del Tavolo LGBT del PD, ha qualcosa da dire.

Onorevole Concia perché gay e lebsiche romani dovrebbero votare per Rutelli?
Votare Rutelli è l'unico modo che abbiamo per evitare che Roma venga governata dalla forza più aggressiva e reazionaria d'Europa: la destra italiana è omofoba e violenta. Alemanno è stato nel governo che boicottato la direttiva europea contro l'omofobia nel lavoro, appena insediatosi al Ministero dell'Agricoltura, nel 2001, ha fatto benedire gli uffici occupati in precedenza da Pecoraro Scanio solo a causa dell'orientamento sessuale del leader dei Verdi, da Ministro ha partecipato a un rito neofascista nelle Marche e ancora oggi porta al collo una croce celtica simbolo dell'estrema destra. Bisogna aggiungere altro? Possiamo dire allora che il centrodestra romano pensa che noi siamo dei reietti e ha sempre condannato progetti come il Gay Village, la Gay Help Line, e quelli contro l'omofobia nelle scuole. In gioco c'è un'idea di comunità, di cosa vuol dire stare insieme. Rutelli non si è distinto negli ultimi anni sulle tematiche che ci stanno a cuore, ma è sostenuto da una coalizione dove ci sono donne e uomini che hanno fatto di Roma un esempio di città inclusiva, coinvolgendo le associazioni LGBT romane che hanno una grande storia e una grande autorevolezza. Ciascuna di loro, in modo diverso ha interloquito con l'amministrazione comunale, ha potuto lavorare e portare avanti la battaglia sui nostri diritti. Certo con alcuni limiti, ma c'è un terreno comune su cui lavorare.

Non pensa che far passare le istanze gay nel comune di Roma sarà più difficile con l'apparentamento con l'UDC anziché con i Socialisti?
L'Udc ha dato libertà di coscienza e non si è apparentata con nessuno. C'è bisogno che tutte le forze politiche e tutti i cittadini democratici dicano no a una deriva fascista. Perché la destra romana è ancora questo. Se vincesse Alemanno cambierebbe la nostra vita quotidiana: il nostro tessuto sociale verrebbe devastato e la comunità gay cancellata. Quella di Roma è una sfida tra pluralismo e innovazione da una parte e violenza e dall'altra.

Parliamo dell'aggressione al Mieli: pensa anche lei che gruppi neofascisti o omofobi in generale si sentano legittimati dal risultato elettorale?
Lo spostamento dell'Italia a destra ha sicuramente legittimato l'uso della violenza da parte degli estremisti. Il Pdl e la Lega hanno un'anima intollerante: ha parlato alla paura della gente. In questi giorni si parla tanto di sicurezza e la destra strumentalizza la questione. Roma è una città sicura e plurale, la vittoria di Alemanno sdoganerebbe alcuni gruppi di facinorosi che si sentirebbero legittimati ad agire per "punire" i "diversi". L'abbiamo sperimentato con il fiorire di gruppi neofascisti quando Storace era presidente della Regione Lazio e lo riascoltiamo adesso da Maroni, ministro degli Interni in pectore, che lancia l'idea delle ronde autogestite dai cittadini. Chi ci dice che queste ronde non saranno impiegate da Alemanno per punire due gay o due lesbiche che si baciano o per "sorvegliare" il Gay Pride?
Lei che è anche una sportiva, che ne pensa delle frasi di Moggi secondo cui il calcio non è un mondo per gay?
Mi occupo da sempre di politiche sportive e ho seguito da vicino "Calciopoli" e "Moggiopoli" Secondo voi Luciano Moggi è uno che si può permettere di dire alcunché? Credo proprio di no. Detto questo anche Moggi è esemplare di un clima di intolleranza che agita l'Italia del dopo elezioni. Lui sa benissimo che nel mondo del calcio come in tutti i mondi esistono omosessuali, anche nella Juventus, come è giusto che sia. E Moggi è bene che sappia che la Federazione Internazionale Gioco Calcio ha firmato un accordo con la European Gay e Lesbian Sport Federation, di cui faccio parte,  in cui si impegna a lottare contro qualsiasi discriminazione verso gli omosessuali nel calcio. Che facciamo come al solito ci appelliamo all'Europa? Infine, conoscendo bene il mondo dello sport, vi dico che quando uno come Moggi butta così le mani avanti significa che la questione esiste. In Parlamento presenterò una proposta di legge contro l'omofobia e riguarderà anche il mondo dello sport. Sarà una dura battaglia visti i numeri che abbiamo, ma non per questo rinuncerò a combatterla.

Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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