Un mio articolo pubblicato oggi su LIBERO. A proposito delle polemiche suscitate dal piccolo finanziamento dato dal Ministro Melandri al "Torneo Multisport" organizzato dall'Arcigay.

Un mio articolo pubblicato oggi su LIBERO. A proposito delle polemiche suscitate dal piccolo finanziamento dato dal Ministro Melandri al “Torneo Multisport” organizzato dall’Arcigay.

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Anche gli atleti gay sono cittadini italiani: rispettiamoli

 

 

Caro Direttore,

è vero, siamo in campagna elettorale e, come tutti sappiamo, le campagne elettorali sono momenti in cui è tutto alterato. Si urla, si strepita, si aggredisce, nel tentativo di “spararla più grossa” degli altri. E’ difficile resistere a questa tentazione. Quasi nessuno ci riesce. Tra il centro destra e tra il centro sinistra. Eppure io credo che potrebbe esserci un altro modo per competere. Sarà che vengo dal mondo dello sport e per me la competizione è sacra, ma c’è una cosa alla base della competizione: il rispetto delle regole e la lealtà. Sarò demodé, ma per me è così. Per questo mi ha colpito molto leggere l’articolo uscito su questo giornale contro il Ministro Melandri che viene accusata di aver dato soldi al “Torneo multisport lesbiche e gay” organizzato dall’Arcigay. Mi sono sentita ferita. Perché? Perché vengono contrapposti gli omosessuali a tutti gli altri cittadini italiani. Viene detto che ci sono cose più importanti dei gay, e che i soldi pubblici non dovrebbero essere “sprecati” per gli omosessuali. Ma noi siamo cittadini di questo paese. Siamo soggetti di diritti come tutti gli altri, compreso l’accesso ai soldi pubblici. Anche perché, molto banalmente, anche noi paghiamo le tasse, lavoriamo in questo paese, viviamo. Non è possibile pensare ancora nel 2008 che i cittadini omosessuali siano dei “paria” dei “reietti” della società, da tenere ai margini e fuori dalla cittadinanza. Non è possibile neanche per il centro destra, se pensa di voler governare questo paese. Se vuole rappresentare tutti, se vuole guidare questo paese. E, come è noto, gli omosessuali nel nostro paese sono il 10% della popolazione e votano a destra  come a sinistra, ovviamente. E c’è un’altra ragione: la modernità di un paese, sia sotto il profilo economico che sociale, passa necessariamente attraverso l’inclusione dei nuovi soggetti della cittadinanza, omosessuali compresi. Non sono discorsi di sinistra, sono le nuove sfide delle società moderne, chiunque le governi. Meditate, e lasciatemi sperare che se dovesse vincere la destra io non debba pensare di dover emigrare. Sarebbe una sconfitta per tutti. Costruite una destra moderna, alla pari di quelle europee. Non ci fate più vergognare di sentirci italiani ogni volta che aprite bocca.

Anna Paola Concia -Presidente dell’Agenzia Regionale dello Sport  Regione Lazio

Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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