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Sinistra, svegliati.
di Angela Azzaro e Anna Paola Concia
Ci siamo ritrovate, dopo la pausa estiva della rubrica, a confrontarci su quanto sta accadendo nella politica italiana. Abbiamo condiviso immediatamente lo sbigottimento nei confronti dell’opposizione. Davanti a una maggioranza di governo profondamente in crisi, il centrosinistra invece di incalzare il premier e il suo governo fa da spettatore. Guarda e tace? No, non tace, perché da mesi parla ma non di contenuti o di quali parole chiave usare per governare. Parla di schieramenti, alleanze, giochini elettorali. Io sto con quello, tu con quell’altro, quello entra e quell’altro esce. Esattamente quei discorsi che non appassionano i cittadini e le cittadine ma li allontanano e li rendono ancora più scettici. In questo quadro anche le primarie, pur essendo un importante strumento della vita democratica e del possibile rilancio della sinistra, diventano un discorso freddo, che non colpisce il cuore delle persone. La destra, pur sfasciata e in crisi, non sta litigando sulla leadership. La leadership viene intaccata ma a partire da uno scontro sui contenuti. Così è nato il conflitto tra Fini e Berlusconi, così la spaccatura dentro il Pdl e oggi il nuovo scenario politico.
Siamo convinte che la sinistra deve ritrovare le parole per dirlo. Per dire da che parte sta, per dire con chi sta, per dire come vuole governare. Ci piacerebbe che questa sinistra, nella sua complessità , riprendesse a ragionare sul punto che secondo noi resta centrale: tenere insieme diritti civili e diritti sociali. Una sinistra cioè capace di dire sto con gli operai di Pomigliano e con il movimento gay e femminista; capace di sostenere i precari ma anche le coppie omosessuali che vogliono adottare un figlio. Rinnovare un welfare che abbia a cuore la vita e le ambizioni delle donne. Per fare questo ci vuole coraggio. Ci vuole una capacità di innovazione che, purtroppo, invece è spesso sostituita dalla conservazione delle proprie certezze e della propria storia. Noi vorremmo una sinistra capace di parlare ai bisogni reali delle persone, ma anche al loro desiderio, al loro immaginario. Una sinistra che sappia tornare a parlare di libertà '. Quella libertà ' di immaginassi un futuro che racchiuda tutto: un lavoro, l'amore, il rispetto della tua vita e della tua dignità , le tue ambizioni e anche i tuoi doveri di cittadino di una comunità .
Innovare significa anche costruire un parterre diverso. Cioè una rappresentanza della leadership che non sia costituita solo da uomini. In questi mesi i nomi dei possibili candidati premier del centrosinistra sono stati solo ed esclusivamente nomi maschili. Ma questa volta non ce la prendiamo con loro, con gli uomini. Pensiamo che un po’ dovremmo darci una mossa pure noi. Le donne nei partiti del centrosinistra sono tante e capaci. Sta anche noi sostenere una candidatura femminile, rompere l’esclusione e portare alla ribalta figure diverse. Se non accadrà , questa volta non dobbiamo lamentarci ma chiederci perché non siamo riuscite, noi per prime, a proporre qualcosa di diverso. Che significa proporre una società diversa.
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