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UNA STANZA TUTTA PER GLI UOMINI
Nel 1929 Virginia Woolf pubblica la raccolta di saggi Una stanza tutta per sé.Â
La grande scrittrice inglese si riferiva alla possibilità per le donne di avere una stanza dove potere dedicarsi alla scrittura.
Se cosi fosse stato, era la sua convinzione, anche una fantomatica sorella di William Shakespeare avrebbe potuto aspirare a comporre opere di altrettanto valore di quelle che avevano reso famoso il fratello nel mondo, invece che vivere nell’anonimato, senza soldi e occupandosi della cura della casa e degli altri.
L’espressione “una stanza tutta per sé†nel tempo ha assunto un valore più ampio, metaforico. Ha cioè indicato il bisogno per le donne di ricavarsi degli spazi per riflettere su di sé e sul mondo. Grazie al femminismo degli anni Settanta, le donne hanno compiuto una grande rivoluzione: costruire consapevolezza e a partire da questa consapevolezza chiedere e, in molti casi, ottenere il cambiamento della società .
Oggi più che mail davanti agli ultimi episodi di cronaca politica è evidente il divario che si è creato tra la consapevolezza che le donne hanno dovuto mettere in campo e la inconsapevolezza degli uomini. Sono loro che oggi hanno bisogno di una stanza tutta per sé, dove riflettere, dove cercare di capire e di capirsi. A partire dalla loro sessualità .
E’ infatti ormai imbarazzante oltre che irritante assistere ai capannelli televisivi di soli uomini, in cui discutono del rapporto tra i sessi come se si trattasse di questioni astratte che non li toccano minimamente.
Sì, certo, stiamo parlando del presidente del Consiglio e dei rapporti che ha intrattenuto con giovani donne.
Nessuno degli intervistati, di destra ma neanche di sinistra, si sente interrogato in quanto uomo. Lo ha detto molto bene in un’intervista su Panorama Franca Fossati: c’è da questo punto di vista un silenzio assordante. Parlano del rapporto tra i sessi come se stessero parlando di marziani, di cose lontane che non li toccano.
Berlusconi non è criticato o difeso in quanto uomo, che intrattiene rapporti di potere, ma in quanto figura astratta.
Anche in questo caso, vale ancora il paragone con il libro di Virginia Woolf. La scrittrice ironizzava sulle biblioteche piene di libri scritti dagli uomini sulle donne. Oggi le biblioteche che sono state sostituite dagli schermi televisivi. Ma il discorso non cambia. Set e set pieni di maschi che invece di spendere una parola sul loro “statoâ€, sulla loro “crisiâ€, si mettono a discettare e soprattutto a giudicare le donne.
L’ironia che Woolf usava contro gli uomini di cento anni fa, oggi è diventata – dicevamo – imbarazzo rispetto alla loro inadeguatezza ad affrontare il rapporto tra pubblico e privato che è invece il cuore della vita politica.
Sappiamo che non è facile mettersi in discussione, imparare a conoscersi, ma questo passo – che la maggior parte degli uomini ha sempre declinato – è diventato fondamentale se si vuole andare avanti. E’ per andare avanti, bisogna essere in due. Uomini e donne. A quando, allora, una stanza tutta per voi?
Infine solo un piccolo consiglio: organizzatela voi uomini una manifestazione contro la vostra, e sottolineiamo vostra, dignità offesa. Sarebbe benvenuta anche se molto tardiva.