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SFILANO I DIRITTI CIVILI
Sfilata di moda. Di AltaModa. Si parla di matrimoni e si alternano senza sosta e senza stupore da parte del pubblico coppie etero, gay, lesbiche. Non c’è provocazione, è normalità . Come nelle società anche nelle sfilate, c’è di tutto. Tutto ha diritto di esistere. I giornali non ne parlano, ma non per pregiudizio. I matrimoni omosessuali non fanno più notizia. Non si dovrà più specificare l’orientamento sessuale di chi si sposa, come oggi siamo costretti a fare per rivendicare visibilità , diritti e felicità negati. Ognuno, per legge e per consuetudine sociale, è libero di fare quello che vuole. L’attenzione dei presenti ricade, come è giusto che sia, sui vestiti, sullo stile che rappresentano: più o meno convenzionale, più o meno rivoluzionario.
Si, è un sogno. Un bel sogno, che però suggerisce un po’ di verità . Una verità importante. Grazie a una giovane stilista, Giada Curti, si è potuto assistere durante le sfilate dell’AltaModa romane a un’overture del nostro sogno. L’artista ha proposto una coppia di spose. Sì, due donne, che convolano a giuste nozze. La proposta di Giada Curti non è la normalità , è ancora una provocazione, una speranza, una scheggia di un futuro che in Italia sembra così lontano. Troppo lontano.
Vogliamo ringraziare pubblicamente la giovane artista. E’ una delle tante donne che fanno grande l’Italia con il loro impegno. Ha tre figli, lavora, è un’artista di successo. Non se la mena con la sua famiglia, con il suo modello di famiglia, guarda oltre, guarda a tutti. Mentre la moda e molte altre aziende che stanno sul mercato apprezzano e rilanciano le trasformazioni sociali, gli unici a non accorgersene sono coloro che abitano nel Palazzo. Continuano a fare muro, a fare finta di niente, a non ascoltare le esigenze delle persone in carne e ossa.
Lo dimostra la volontà del centro destra di bocciare di nuovo la legge contro l’omofobia e la transfobia. Una bocciatura codarda e imperdonabile. Perché rivela la mancanza di volontà politica nell’affrontare il tema dei diritti civili.
Ma questa volta tocca anche a noi. Cosi come ha fatto Giada Curti, dobbiamo far sfilare i nostri desideri e la nostra rabbia. Non aspettiamo che sia troppo tardi, diciamolo ogni giorno, ogni giorno, se serve, protestiamo. Ha ragione Chiara Saraceno su Repubblica: nessun movimento che abbia come obiettivo il cambiamento, può ignorare la questione dei diritti civili. Senza l’obiettivo di estendere la piena cittadinanza a tutte e tutti, non si va davvero da nessuna parte. Questa cosa va detta in maniera molto chiara. Netta. L’agenda dei movimenti e della politica deve porre questa questione con determinazione e coraggio. Altrimenti non è una buona agenda, non è buona politica.