La mia risposta su "Il Foglio" ad Agnoli a proposito della legge contro l'omofobia

La mia risposta su “Il Foglio” ad Agnoli a proposito della legge contro l’omofobia

foglio_sample_paper_medium.png Al direttore - Le scrivo a proposito dell’articolo di ieri, “La guerra dei sessi” di Agnoli. Nei primi mesi in Parlamento ho provato a parlare senza schemi ideologici di omosessualità, perché questa come l’eterosessualità è una condizione umana, né bella né brutta: parlarne necessita rispetto umano e misura. Inasprire lo scontro è inutile. Spiace dunque che i vostri  lettori siano stati ingannati; è vergognoso che Agnoli indichi nella legge contro l’omofobia l’anticamera della legalizzazione di pedofilia, zoofilia e necrofilia, mentre è solo l’estensione di una legge vigente, la Mancino, che sanziona i reati d’odio per motivi razziali e religiosi. In discussione è l’estensione di quella sanzione anche ai reati d’odio per motivi di orientamento sessuale.Che la legge italiana ancora non lo faccia non è solo una negazione di diritti. Ma può far pensare ci sia una gerarchia delle vittime di discriminazioni e di manifestazioni d'odio: qualcuna da proteggere, qualcuna no. Provocando sensazione di impunità e un incremento di violenza. Ciò che più fa specie è che Agnoli ignori la differenza tra reato d’opinione e reato d’odio, o peggio miri a confonderle. Contrariamente a quanto insinua, la “disapprovazione dell’equiparazione tra eterosessualità e omosessualità” non potrà mai essere punita come un reato d’odio. E il ritenere “disordinato” un comportamento sessuale resterà, a legge approvata, una libera e tutelata espressione della libertà d’opinione.Riassumendo: Agnoli è libero di dire che gli sono antipatica perché ho i capelli rossi, o la pelle troppo scura, o che vivo la sessualità in modo distonico con le sue convinzioni morali. Ma altro è incitare all’odio e alle discriminazioni, o commetterne, a causa delle succitate opinioni. La legge sull’omofobia non è una caccia alle streghe. E’ una risposta alla risoluzione del Parlamento Europeo in allarme per l’aumento di violenze omofobe indegne di un paese civile. Anna Paola Concia, deputata Pd

   Commento del direttore:
Il “reato d’odio”, gentile Anna Paola Concia, ha sapore orwelliano. È una roba che fa venire il latte alle ginocchia, e non importa per proteggere quale minoranza o status. Agnoli ci è andato pesante, ieri, nella sua libera rubrica, bellissima espressione di una solitaria posizione cattolica tradizionalista , unica in tutta la stampa italiana. Ma non ha ingannato alcuno, tantomeno i lettori di questo giornale. Che ama ogni variante della condizione umana, disprezza ogni forma di odio ed esclusione sociale, ma combatte limpidamente contro le culture gay o di genere e altri secolarismi impazziti.
 Giuliano Ferrara, direttore de "Il Foglio"

Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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