La Binetti non c’entra.
Ieri l'assemblea degli "omosessuali del Pd", annunciata dal programma ufficiale della Festa Democratica di Firenze, si è tenuta nel caldo torrido delle tre del pomeriggio, alla presenza di una decina di persone in tutto. Un'occorrenza che non è sfuggita all'occhio vigile dei media, tra cui il Corriere della Sera che oggi titola: "l'amarezza dei gay: ha vinto Paola Binetti". Ma come sono andate veramente le cose? L'abbiamo chiesto a Paola Concia, deputata del Pd e membro del Coordinamento Politico Nazionale del partito, che ieri è stata tra i protagonisti dell'iniziativa.
E' vero che ieri alla Festa del Pd ha vinto la Binetti, come dice il Corsera?
No, intanto Paola Binetti non era prevista, si trovava in Terra Santa (ride). E poi non ha vinto, come è noto. In realtà si è trattato di una polemica avviata da Franco Grillini, in occasione della presentazione del suo libro che si è tenuta a seguire ieri sera, che per queste ragioni (catto-omofobiche n.d.r.) ora sta in un altro partito. Di fatto la Binetti viene spesso tirata in ballo con l'effetto che le facciamo solo un gran favore...
...parlandone...
Beh, nel mio articolo su Repubblica non l'ho mai nominata, e di fatto non la nomino mai. Tra l'altro non fa parte del gruppo dirigente di questo partito, mentre io sono nel comitato politico nazionale, per cui se la mettiamo sul piano delle gerarchie...
C'è dunque stata una forzatura da parte dei giornali?
Sì. Per carità , è carino l'articolo del Corriere, ma sul 'ricicciare' della Binetti pesa l'ultima vicenda della Englaro che ha evidenziato una conflittualità . Io faccio comunicati tutti i giorni, ma non ho mai sentito che la Binetti parla contro di me. Se continuiamo a pensare che il problema sia la Binetti ci sbagliamo. I problemi sono i nostri, di ognuno di noi interno al partito e di tutto il partito che sui temi più difficili deve avere il coraggio di dire come la pensa. Io proprio di questo rimprovero il PD, di non pronunciarsi su alcune questione come la vita e la morte, i diritti di cittadinanza, la sicurezza. Come ha fatto Veltroni sul voto agli immigrati, così il partito deve dire coma la pensa sugli altri temi. Io nel PD mi sento a casa mia, sto contribuendo al suo percorso con grande difficoltà , però non mi ci sento ospite. Penso che tutti, a partire da D'Alema, Fioroni, Franceschini, insieme a Finocchiaro e Turco per citare delle donne, i big insomma, debbano avere il coraggio di avviare un confronto, di trovare una sintesi che sia il Pd-pensiero sui diritti degli omosessuali in questo paese, che non ci sono.
Ma tutto questo ha a che vedere col fatto che ieri avete tenuto un'assemblea destinata ad avere poco seguito a causa della torrida calura pomeridiana?
L'orario l'abbiamo deciso noi. Alle sei avevamo la presentazione del libro di Franco Grillini e volevamo fare una riunione prima.
Una riunione per la quale non avevate bisogno di una platea?
No, era un'assemblea per vederci e ragionare su alcune cose, per esempio su come strutturarci.
Al di là di ieri, perché c'è poca attenzione alle tematiche omosessuali all'interno del partito?
Perché è un argomento difficile sul quale ci vuole un di più di confronto e di lavoro, perché è un tema che noi provincialoni riteniamo difficile, mentre mi pare che Barak Obama sia stato assolutamente sereno sull'argomento, come Hillary, Bill Clinton, Al Gore: tutti ne hanno parlato. Noi invece non abbiamo il coraggio di guardare alle questioni per quello che sono e di trovare delle soluzioni. Bisogna mettersi intorno a un tavolo, affrontare il problema, parlarne con i nostri iscritti e fare poi delle proposte. Di fondo scontiamo una pessima gestione politica della questione dei diritti civili nella scorsa legislatura, ed è una responsabilità di tutti, dal PD a Rifondazione.
Una pessima gestione perché l'argomento è poco sentito o perché politicamente scomodo?
Perché si affronta male. Oggi in Italia dei diritti degli omosessuali non se ne sa parlare, se ne parla con grande difficoltà . Bisogna parlarne con naturalezza: noi (omosessuali n.d.r.) siamo cittadini di questo paese. Punto.
Come pensate allora di rilanciare questi temi?
A settembre è calendarizzata la mia legge contro l'omofobia, e voglio che il partito su questo mi sostenga. Questa non è la legge di Paola Concia, questo è il Pd che sostiene la legge contro l'omofobia. Poi dobbiamo rilanciare il dibattito su che cosa sono i diritti di cittadinanza nel 2008 e far capire che idea di società abbiamo. Gli altri paesi lo hanno affrontato con delle regole che tengono insieme la comunità e alle quali tutti devono sottostare. Per portare un esempio a noi vicino, in Inghilterra, Germania, Francia e Spagna destra e sinistra non si dividono sui diritti fondamentali. Per essi ci sono delle questioni che vanno al di là dell'appartenenza al partito. In Italia, dal momento che il Pd ha una cultura politica più avanzata rispetto al centrodestra, è da noi che deve partire una proposta.
Per arrivare quindi ad una soluzione bipartisan ...
E' una eventualità che non mi scandalizza affatto. Io sono convinta che i diritti non sono né di destra né di sinistra. Chiunque governi un paese deve dare dei diritti fondamentali ai suoi cittadini, e tra questi rientrano quelli degli omosessuali. Non si può stare al buon cuore di un governo anziché di un altro. Chiederò al Pd di rilanciare un'iniziativa politica su questi temi.