la lettera aperta che ho scritto oggi a Veltroni sul caso Binetti

la lettera aperta che ho scritto oggi a Veltroni sul caso Binetti

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E' UNA QUESTIONE POLITICA, NON DA TRIBUNALI

Lettera aperta al Segretario del mio Partito Walter Veltroni

Caro Segretario,

con questa lettera aperta - aperta perché io non ho voglia di nascondermi - intendo chiarire la mia posizione sulla questione sollevata nei giorni scorsi dalle dichiarazioni di Paola Binetti, deputata del nostro partito, che accostava l'omosessualità alla pedofilia con un sillogismo insensato e pericoloso.

Non è la solita querelle tra Paola Concia e Paola Binetti all'interno del PD, non è cosa da tribunali ma si tratta di una questione politica. Non voglio che sia espulsa né tantomeno mi sognerei di condannare le sue opinioni se non fossero, come è accaduto, infondate dal punto di vista scientifico e della comune esperienza nonché lesive della dignità individuale e sociale di milioni di persone.

Noi ci riferiamo nella nostra carta dei valori alla Carta dei Diritti Fondamentali della UE e alla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo, ci ispiriamo ad Obama, che è stato esplicito sui diritti degli omosessuali: non possiamo lasciare che i peggiori stereotipi razzisti siano espressione, per quanto a titolo personale, del Pd..

Il 25 ottobre davanti a un folla oceanica, tu hai posto questa domanda:

“La libertà e la democrazia non sono diminuite e ferite quando si ripetono atti di odiosa e intollerabile omofobia, che allontanano le nostre possibilità di convivenza civile e allargano il discrimine che vive sulla propria pelle chi non gode di leggi di pari opportunità e non è adeguatamente tutelato contro i reati d’odio?

L'atto di odiosa e intollerabile omofobia è proprio accaduto sotto i nostri occhi, in casa nostra. Paola Binetti ha detto che un gay può essere affetto da una tale immaturità affettiva e relazionale da poter diventare un pedofilo. Questo significa ipotecare sull'orientamento sessuale uno dei reati più odiosi e gravi che esistano, alimentando paura e la diffidenza verso i gay. Non mi pare democratico e neppure civile, non va nella direzione delle pari opportunità.

Caro Walter, se proprio oggi, alla vigilia delle elezioni americane, un nostro deputato affermasse che i neri in Italia sono tutti delinquenti, difenderemmo la sua libertà di opinione? Mi auguro di no. Perché sarebbe un insulto, una bugia, un pregiudizio, uno stereotipo.

Dunque, quello che chiedo, insieme agli iscritti al Partito Democratico che in questi giorni su internet fanno sentire la loro voce, è non (solo) isolare i pregiudizi di Paola Binetti, ma chiarire in maniera definitiva come nel nostro partito i diritti civili delle persone lesbiche, gay e transessuali siano un valore accettato e riconosciuto, come accade, d'altra parte, in ogni grande partito democratico e riformista in occidente.

Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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