(dal resoconto stenografico della seduta di ieri della Commissione Giustizia della camera)
Anna Paola CONCIA (PD) osserva che le proposte di legge sulla violenza sessuale hanno per oggetto un argomento estremamente delicato quale quello dei rapporti tra uomo e donna. Si tratta di un tema che la politica, compiendo un grave errore, ha sempre affrontato con difficoltà in quanto condizionata da pregiudizi ideologici e spinte reazionarie. Ritiene invece che la materia della violenza sessuale debba essere affrontata con coraggio tenendo conto della realtà e quindi che si tratta di una questione relativa ai rapporti tra uomo e donna. Prima di soffermarsi sulle proposte di legge in esame, ricorda che nel 1996 il Parlamento ha approvato la riforma dei reati di violenza sessuale, la quale è stata il risultato di anni di battaglie condotte dalla donne italiane per superare una legislazione in materia del tutto inadeguata. Sottolinea l'importanza di tale riforma, ritenendo che possa essere migliorata in alcuni punti ma non certamente superata. L'approccio che il Parlamento deve avere nell'affrontare la materia della violenza sessuale deve essere nuovo rispetto al passato: il contesto in cui si esplica il rapporto tra uomo e donna anziché le ideologie. In ordine alla maggior parte delle proposte di legge in esame ed, in particolare, alla proposta presentata dall'onorevole Lussana, osserva che si cerca di dare una risposta al fenomeno della recrudescenza degli episodi di violenza sessuale solamente attraverso la sanzione penale, fino ad arrivare al blocco androgenico, senza invece tenere conto che l'unica strada praticabile è quella della prevenzione, come è avvenuto per esempio in Spagna. In tale ottica occorrerebbe dare maggiori competenze ai servizi territoriali e nuovi finanziamenti ai centri antiviolenza. Per quanto attiene alle disposizioni sanzionatorie previste dalla legislazione vigente, rileva che sarebbe opportuno creare le condizioni affinché sia data attuazione al principio della certezza della pena, anziché inasprire ulteriormente pene che nei fatti non sono applicate. Il legislatore ha l'obbligo di dare attuazione al secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione nella parte in cui è stabilito che compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini. Nel caso in esame il legislatore deve approvare norme che garantiscano alle donne di vivere libere dalle violenze. Occorre pertanto pensare ad un intervento legislativo organico contro ogni forma di discriminazione e di violenza, considerato che è la discriminazione ad essere una delle prime cause della violenza nei confronti delle donne. Nel legiferare su tale materia occorre considerare anche che alla maggiore autonomia conquistata dalle donne ha fatto riscontro un incremento delle violenze nei loro confronti. Tale dato testimonia quanto il tema della violenza sessuale sia strettamente connesso al ruolo che la donna ha assunto nella società .
Si sofferma sulla proposta di legge presentata dall'onorevole Lussana sottolineando in primo luogo di non condividere la scelta sistematica di trasformare i reati sessuali in reati contro la vita e l'incolumità individuale, modificando la riforma del 1996 che, al fine di valorizzare la soggettività femminile, ha portato tali reati tra quelli contro la libertà . Esprime perplessità anche sulla previsione del giudizio per direttissima quale rito per i reati sessuali, ritenendo più opportuno creare delle sezioni specializzate di tribunale con collegi integrati da esperti per attribuire loro la competenza su tale materia. Ritiene che debbano essere meglio formulate le fattispecie dei reati di molestie sessuali e di violenza di gruppo. Sottolinea l'assenza di una disposizione che preveda per i reati sessuali l'incidente probatorio, nonostante si tratti di uno strumento adeguato per tutelare le vittime dei reati sessuali. Propone infine che la Commissione svolga alcune audizioni per approfondire meglio le tematiche oggetto delle proposte di legge in esame. In particolare propone di sentire i rappresentanti dei centri antiviolenza e dell'associazione giuristi democratici. Ritiene in fine che la vera emergenza sociale alla quale il Parlamento deve dare una risposta è al momento l'assenza di una normativa sulle molestie insistenti, anziché l'approvazione di una legge sulla violenza sessuale che si limiti ad inasprire le pene. Anna Paola Concia, infine, ricorda di essere cofirmataria della proposta di legge 1231 Pollastrini e fa presente di avere presentato una propria, autonoma, proposta di legge sull'omofobia. Sottolinea, quindi, che il fenomeno dello stalking rappresenta senz'altro un'emergenza sociale, ma che tale è anche il fenomeno dell'omofobia. I due argomenti dovrebbero essere esaminati insieme dalla Commissione. A tal fine ritiene che la sua proposta di legge sull'omofobia, una volta assegnata alla Commissione, dovrà essere abbinata alle proposte di legge in materia di molestie insistenti.