Berlusconi e la Germania: che imbarazzo per noi italiani a Francoforte
Le offese del Cavaliere sono manna dal cielo per il candidato alle Europee del Pse (e quindi del Pd) Martin Schulz
C’è un giardino sotto la Bce a Francoforte, molto carino, dove passano uomini e donne d’affari in bicicletta. Scrivo da qui un piccolo e umile commento sulla ennesima, sfinente “querelle” tra Berlusconi e la Germania. Ovviamente è stato argomento di conversazione tra me e Ricarda, tra amici italiani e tedeschi.
Quello che mi rattrista di più è vedere nei loro occhi una domanda inespressa: chi siete voi? Siete con lui, pensate davvero queste cose terribili di noi, oppure è solo la sua solita propaganda populista di una parte di paese? La campagna elettorale europea in Germania (per ora) non è così pressante e neanche violenta, sono più forti i rimandi dall’Italia.
Non smetterò mai di dirlo che la Germania non è il Bengodi, non è un paese perfetto, è soltanto un paese “normale”. E che sia un paese normalissimo me lo conferma la signora Fernanda Tonus, italiana, proprietaria con il marito dell’“Eis Fontanella”, un grande bar gelateria a 50 metri dalla Bce. Vive a Francoforte dal 1965. Mi dice: «Ho visto crescere e cambiare Francoforte, i tedeschi si sono de-tedeschizzati, non ci sono più ho tedeschi di una volta».
Letteralmente le stesse parole di Angelo Bolaffi, che racconta nel suo libro Cuore Tedesco la Germania di oggi. Mi offre un caffè rigorosamente italiano e mentre sfoglia un giornale tedesco parliamo di Berlusconi. «È stata una delusione, un po’ mi vergogno di essere assimilata a lui perché sembriamo un paese di burattini, è umiliante per noi che con fatica ci siamo costruiti una professionalità e una rispettabilità in questo paese».
Credo che la signora Tonus esprima un sentimento diffuso degli italiani che vivono in Germania: l’imbarazzo. Essendo sposata con una professionista di Francoforte sono inserita nella comunità, vivo la vita che vivono loro, frequento i loro luoghi. Francoforte è una delle città più multikulti della Germania: ha il 47 per cento di cittadini stranieri, il mondo praticamente.
Una immigrazione che va da grandi banchieri, funzionari di società, consulenti di multinazionali a una immigrazione più povera, turchi, russi, asiatici, greci, portoghesi, spagnoli, francesi, si contano 180 etnie diverse. Tra questi ci siamo anche noi, gli italiani, tra le più antiche comunità. Distribuiti tra alti professionisti e persone normali, tutti vivono del loro lavoro, più o meno inseriti nella comunità cittadina.
A Francoforte i ristoranti più frequentati o sono italiani o asiatici. Il lavoro del console italiano Cristiano Cottafavi è immane. Un uomo più che europeo: un po’ tedesco, un po’ francese, in po’ austriaco, eppure profondamente italiano che cerca di tenere alto il nome del nostro paese.
Poi c’è la Camera di commercio italiana presieduta da Emanuele Gatti e diretta da Claudia Nikolai: curano le relazioni economiche tra Italia e Germania con passione e competenza. Le offese populiste di Berlusconi ai tedeschi arrivano come coltellate alle spalle di chi in modo certosino, da lontano cerca di fare del bene alla nostra economia, ai nostri scambi economici, che cerca di favorire investimenti tedeschi in Italia e promuovere l’internazionalizzazione dei nostri prodotti in Germania.
Non reagiscono a queste bordate di Berlusconi, sono “grugniti” sordi i loro. Berlusconi con le sue affermazioni di “odio antitedesco” come titola Frankfurter Allgemeine, fa becera propaganda per conservare i “suoi” elettori, quelli che (come lui) purtroppo nel nostro paese hanno sempre bisogno di un nemico per assolversi da tutte le colpe. Per fortuna i tedeschi, non sono cretini, e sanno bene che oggi Berlusconi rappresenta solo se stesso, e il nostro paese attraverso il governo Renzi sta facendo tanti sforzi per uscire dalla crisi con forza e autorevolezza.
Ieri per fortuna e per necessità il Ppe ha finalmente preso posizione sulle affermazioni di Berlusconi attraverso il suo candidato Jean Claude Juncker, che con durezza gli chiede di scusarsi con le vittime dell’olocausto e con il popolo tedesco.
Manna dal cielo per il candidato alle Europee del Pse (e quindi del Pd) Martin Schulz che rappresenta quella Germania de-tedeschizzata che vuole unire e non dividere, che vuole crescere insieme agli paesi, che sa che da soli non si va da nessuna parte.
Con buona pace di Angela Merkel che oggi tace, di un silenzio imbarazzato e forse un po’ colpevole, perché lei ci sta mettendo la sua faccia sui manifesti delle elezioni europee, con il simbolo del Ppe dove c’è anche la faccia di Berlusconi.