Pd, Binetti rischia il “processo†per le frasi sugli omosessuali
di Goffredo De Marchis.
"La teodem Paola Binetti rischia un processo formale nel Partito Democratico. Non c'è più infatti solo l'aspra polemica con gli omosessuali del PD e l'ala laica ma l'avvio di una procedura della Commissione Nazionale di Garanzia. Tutto nasce dalle parole della deputata cattolica al Corriere. Qualche giorno fa la Binetti, commentando la decisione del Vaticano di escludere i gay dal sacerdozio, aveva come al solito alzato il tiro sostenendo che le tendenze omosessuali fortemente radicate possono sfociare nella pedofilia. Una teoria condannata da molti. Ma Andrea Benedino, gay, membro dell'Assemblea Nazionale del PD, ha voluto passare ai fatti e ha "denunciato" la Binetti al partito per "incompatibilità ai sensi dell'art. 41 dello statuto e della carta dei valori".
Il ricorso di Benedino deve avere spaventato la Binetti che ieri in un lungo comunicato ha chiesto "pubblicamente scusa" e giurato "rispetto assoluto per i gay. Sono stata fraintesa." Però la teodem non ha smentito una sola parola dell'intervista e ha confermato che la pedofilia può nascere da "gravi problemi affettivi e relazionali qualunque sia l'orientamento sessuale". E non è bastato a chiudere il caso. Paola Concia attacca ancora: "Le sue tesi sono fuori dal PD". E i gay non vogliono ritirare il ricorso. La commissione di garanzia si riunisce martedì e troverà sul tavolo la denuncia già consegnata nella sede del PD.
Ma può davvero essere espulsa la Binetti? Il presidente vicario dell'organismo, Luigi Berlinguer va con i piedi di piombo: "Per prima cosa dobbiamo vedere se è nostra la competenza. Potrebbe intervenire in prima istanza una "commissione di garanzia territoriale". Ma se la procedura rimarrà nazionale allora il "processo" alla Binetti appare inevitabile. "In quel caso - spiega Berlinguer - come abbiamo fatto per il ricorso di Parisi sulla legittimità dell'assemblea nazionale, saranno sentiti i ricorrenti e l'interessata". Basteranno le scuse della Binetti a cancellare il ricorso? No, a sentire la Concia: "Basta, la misura è colma. Lei non può più stare nel partito".