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Il link al mio intervento alle ore 12.43
http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Assemblea
Resoconto stenografico
Signor Presidente, io sono intervenuta, ma lei - presiedeva lei - non mi ha permesso di esprimere a fondo il mio pensiero. Quindi, ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento, cerco di chiarire il mio pensiero, perché la questione che ponevo è una questione delicata e sono stata soprattutto equivocata.
Le questioni sono due: le nomine dei nuovi Cda delle società quotate con partecipazione pubblica e la nomina del onorevole Siliquini nel Cda delle poste. Innanzitutto in una prima parte voglio distinguere due piani e poi metterli insieme. Trovo vergognoso che nelle nomine dell'altro giorno, quelle delle aziende a partecipazione pubblica, vi sia uno squilibrio pazzesco tra uomini e donne. Vi segnalo che sono 2 donne su 32 uomini e neanche una donna è a capo delle aziende. Questo squilibrio è reso ancor più evidente, antistorico ed antieconomico dal fatto che il Senato, nei giorni scorsi, ha votato ed approvato il provvedimento sulle quote rosa nei Cda. Attenzione, care colleghe e cari colleghi: si tratta di un provvedimento bipartisan e controverso, osteggiato soprattutto da una parte della maggioranza. Dopo quelle nomine oggi capiamo perché osteggiato: perché, cara Lella Golfo, quel provvedimento non lo vogliono i tuoi colleghi.
Innanzitutto, questa è la cosa che avrei voluto sentire dire ieri alla Camera, cioè la vergogna di nomine pubbliche che non valorizzano le energie femminili. Infatti, sempre Lella Golfo aveva detto che il Governo poteva utilizzare 1.800 curriculum di donne competenti e preparate.
Vengo alla questione dell'onorevole Siliquini, che si inserisce nei citati 1.800 curriculum. Il mio giudizio sull'onorevole Siliquini è meramente politico. Vorrei segnalare all'onorevole Siliquini - credo che non vi sia, sarà già scappata alle Poste - che io sono laureata: oggi, infatti, in un'intervista si chiedeva se fossi laureata, non capisco perché. Se non fossi laureata non potrei parlare? Ebbene, delle due donne nominate, è significativo che una delle due sia parlamentare e che, guarda caso, abbia recentemente cambiato casacca: da Futuro e Libertà per l'Italia è tornata al Popolo della Libertà . Questa, naturalmente, è la questione che stride politicamente, non personalmente, e che mi fa ripensare sempre a quei 1.800 curriculum.
Soprattutto, però, vorrei segnalare ai miei colleghi e alle mie colleghe che l'onorevole Siliquini si dovrà dimettere e che al suo posto entrerà un collega maschio. Era questo ciò che volevo dire ieri: cerco di mettere insieme nomine e Siliquini.
Vorrei che quest'Aula riflettesse davvero su un Governo che non vuole in nessun modo valorizzare le donne italiane, le cittadine italiane, la loro professionalità e le loro energie. Questo Governo non vuole costruire un Paese migliore in nessun modo e vuole, soprattutto, rinunciare al 52 per cento delle energie femminili di questo Paese.
In seconda battuta, onorevole Siliquini, infine, se me lo permette, visto che sono laureata, vorrei invitarla a riflettere su ciò che la riguarda e a non usare le donne nella sua nomina, perché le quote rosa, purtroppo, in queste nomine, non c'entrano niente e, soprattutto, le donne, in queste nomine, sono parte lesa.