Ci risiamo: ieri notte, a Roma c’è stata un’altra aggressione ai danni di due omosessuali, che camminavano mano nella mano ai Fori Imperiali.
Siamo al ritmo di una aggressione a settimana contro gay, lesbiche o transessuali.
Il fattaccio di ieri è emblematico, anche per la giovanissima età degli aggressori; quasi che si sia diffusa l’idea che possa essere “normale†offendere, picchiare, uccidere una persona con orientamento sessuale o identità di genere diversi da quelli ritenuti “normaliâ€.
La responsabilità principale, ovviamente, è della politica, intesa come sistema che, fino ad ora, ha omesso l’adozione di provvedimenti che favorissero la diffusione della cultura del rispetto e dell’inclusione verso quelle che sono ritenute differenze sessuali.
Ma sono responsabili anche i singoli personaggi che, con le loro affermazioni o con l’inazione, assecondano gli atteggiamenti omo e transofobici.
Tra pochi giorni, alla ripresa dei lavori parlamentari, la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati inizierà la discussione della mia proposta di legge per la lotta all’omofobia, che prevede tanto la repressione dei reati d’odio, con la modifica della legge Mancino, quando azioni positive che, a partire dalle scuole, formino la cittadinanza alla inclusione sociale.
Il tempo è scaduto. È finito il tempo delle attese e dei rinvii: la politica deve prendere atto che l’omofobia è una emergenza sociale e deve provvedervi. Lo aspettano omo e transessuali, lo aspetta il nostro paese per arrivare, finalmente, più vicino all’Europa civile.
E basta con l’ideologia, le vite delle persone hanno più valore delle ideologie!
Sfido il centro destra ed i miei colleghi della Commissione Giustizia a farsi classe dirigente del nostro Paese, che ha bisogno di ritrovare le fondamenta di ciò che ci tiene insieme.